Vittorio Occorsio, magistrato ucciso da Ordine Nuovo
Vittorio Occorsio, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, fu ucciso la mattina del 10 luglio 1976 vicino alla sua abitazione con una raffica di mitra esplosa da un terrorista che lo aspettava in fondo alla strada, mentre un complice dava il segnale. I terroristi fuggirono portando via la borsa del magistrato e sul posto lasciarono alcuni volantini con i quali il movimento politico di estrema destra “Ordine Nuovo“ rivendicava l’omicidio, sostenendo di aver condannato a morte il magistrato perché colpevole di aver «servito la dittatura democratica perseguitando i militanti» del movimento.
Dopo aver accertato, durante le indagini condotte nel 1972, il carattere eversivo e neofascista del gruppo, dedito a sequestri di persona e ad altre forme di violenza, Occorsio aveva ottenuto, facendo applicare per la prima volta la cosiddetta legge Scelba del 1952 sul divieto di riorganizzazione del partito fascista, la condanna di alcuni dei suoi principali esponenti e lo scioglimento di Ordine Nuovo, decretato poi dal ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani. Tale movimento, fondato nel 1956 per contrastare la linea considerata moderata del Movimento Sociale Italiano, formalmente si sciolse, ma continuò ad operare nell’ombra e separati processi gli hanno attribuito responsabilità per altri gravi fatti.
Malgrado le minacce subite, in una successiva inchiesta – sorta a seguito della rilevata sopravvivenza del gruppo e dell’adesione di nuovi militanti – Occorsio aveva aperto un’altra istruttoria contro gli esponenti di Ordine Nuovo, che lo portò a scoprire rilevanti connessioni con altri movimenti eversivi operanti in quegli anni, come la banda dei Marsigliesi. A seguito dell’inchiesta svolta dal sostituto procuratore di Firenze, Pier Luigi Vigna, gli autori materiali dell’omicidio sono stati individuati e condannati nel 1977. Uno di essi, Pierluigi Concutelli, è stato autore, in carcere, anche degli omicidi di due detenuti, che avrebbero potuto rendere dichiarazioni accusatorie sui fatti criminosi. Dieci anni dopo la condanna degli esecutori materiali, si concluse invece con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo – condotto sempre dalla Procura di Firenze – contro i maggiori esponenti del gruppo di Ordine Nuovo, accusati di essere i mandanti dell’omicidio.
“Nel nome del popolo italiano” Vittorio Occorsio raccontato da Gianmarco Tognazzi [Rai, 2017]
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