PiantiamolamemoriaPiantiamolamemoria
  • Home
  • L’associazione
    • Cosa abbiamo fatto
    • News
    • Cooperazioni
  • Eventi
  • FormAzione
    • Esperti e testimoni
  • Memoria
    • Storia e memoria
      • Stragi
      • Vittime
      • 1969-1984
    • Libri, video, documenti
    • Musica e memoria
  • Magazzino
    • FotoGallery
    • Video
    • Audio
      • I lavori degli studenti
      • Le iniziative di Piantiamolamemoria
      • Radio
  • Contatti
  • Home
  • L’associazione
    • Cosa abbiamo fatto
    • News
    • Cooperazioni
  • Eventi
  • FormAzione
    • Esperti e testimoni
  • Memoria
    • Storia e memoria
      • Stragi
      • Vittime
      • 1969-1984
    • Libri, video, documenti
    • Musica e memoria
  • Magazzino
    • FotoGallery
    • Video
    • Audio
      • I lavori degli studenti
      • Le iniziative di Piantiamolamemoria
      • Radio
  • Contatti

News

  • Home
  • News
  • Mafia e massoneria: un legame mai spezzato

Mafia e massoneria: un legame mai spezzato

  • Posted by fab
  • Categories News
  • Date 23 Dicembre 2017

“E’ necessaria una previsione di legge che chiarisca che le associazioni segrete, anche quando perseguono fini leciti, sono  vietate in quanto tali perché pericolose per la realizzazione dei principi di democrazia” si legge nella relazione dell’Antimafia. Nuti (M5S): relazione shock. Negli elenchi ci sono persone iscritte che sono dentro i tribunali, dentro le forze dell’ordine, dentro il comparto militare. Intervenga Mattarella.

22 dicembre 2017 – “Cosa Nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria”. Lo scrive la commissione Antimafia nella relazione su “mafia e massoneria” della presidente Rosy Bindi. “Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia. Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza che si rivelano i più preoccupanti”, si legge ancora nel testo, dove si ricorda che il tema del rapporto tra mafia e massoneria “affiora in modo ricorrente nelle inchieste giudiziarie degli ultimi decenni, con una intensificazione nei tempi più recenti in connessione sia con vicende criminali tipicamente mafiose, soprattutto in Sicilia e in Calabria, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione”.  L’Antimafia precisa che l’argomento è emerso con particolare rilevanza in occasione della missione effettuata a Palermo e a Trapani dalla stessa commissione nel luglio 2016: “In quell’occasione è stato ripetutamente affrontato il tema del rapporto tra Cosa nostra e la massoneria in Sicilia anche in relazione alla vicenda dell’appartenenza a logge massoniche di alcuni assessori del Comune di Castelvetrano, luogo di origine del noto latitante Matteo Messina Denaro”. Nel documento si ricorda che attualmente nel Trapanese sono presenti 200 “fine pena” già detenuti per reati di mafia e di traffico di stupefacenti e ora in libertà. Nel Comune di Castelvetrano si trovano 6 logge massoniche su 19 operanti nell’intera provincia di Trapani. Nell’amministrazione comunale di Castelvetrano nel 2016, 4 assessori su 5 erano iscritti alla massoneria e così 7 consiglieri su 30. Nella relazione si evidenzia anche che i fatti di Castelvetrano fanno il paio con le indagini siciliane e calabresi, queste ultime sfociate nei procedimenti “Morgana mammasantissima e Saggezza”. In tutti i casi si evidenziano recenti episodi di infiltrazioni mafiose nella massoneria e si attualizzano gravi fatti del passato “che lasciavano supporre l’esistenza delle infiltrazioni di Cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria”.

Antimafia, dialogo con boss per condizionare processi

“Con il sequestro non è stato possibile venire in possesso degli elenchi effettivi degli iscritti” alla Massoneria, perchè “presso le sedi ufficiali forse neanche ci sono” e comunque “non consentono di conoscere un’alta percentuale di iscritti, occulti grazie a generalità incomplete, inconsistenti o generiche”, si legge ancora nella relazione su mafia e massoneria. “Il vincolo di solidarietà tra fratelli – prosegue il testo – consente il dialogo tra esponenti mafiosi e chi amministra la giustizia,  legittima richieste di intervento per mutare il corso dei processi e impone il silenzio” come emerge “in un caso di estrema gravità”. In particolare nella relazione presentata oggi si evidenzia il caso di un magistrato onorario che nel 2010 aveva denunciato, solo in ambito massonico, di aver subito pressioni ad opera di due confratelli perchè si adoperasse per intervenire sul giudice monocratico del tribunale di Locri per ottenere, in favore dei figli di uno dei due, sottoposti a procedimento penale per ricettazione, la derubricazione del reato.Nel 2012 il magistrato fu ulteriormente sollecitato da un altro dei suoi fratelli di loggia, perchè intervenisse presso i magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria per perorare la causa di un terzo massone, già consigliere della Regione Calabria, avendo questi saputo che, nell’ambito di una indagine antimafia coperta da segreto, si stava vagliando la sua posizione. L’ex consigliere regionale è stato poi arrestato insieme ad altre 13 persone e condannato a 12 anni di reclusione. L’Antimafia critica il fatto che non siano state avvertite le autorità civili “degli evidenti indizi di violazione delle norme penali. Nemmeno dal magistrato onorario risulta alcuna denuncia. L’agire massonico si è pericolosamente atteggiato ad ordinamento separato dallo Stato. Probabilmente un atteggiamento diverso gioverebbe alla massoneria: si abbatterebbe il pregiudizio nei suoi confronti e si ridurrebbe il rischio di pericolose zone grigie”, conclude la relazione Bindi.

Bindi: pentito racconta importanza adesione

“C’erano persone importanti che determinavano gestione di potere come pubblici funzionari, avvocati, notai, magistrati (..) la massoneria aveva (..) importanza nella città di Palermo in termini di potere economico, politico, decisionale, quindi aveva senso che io stessi anche all’interno di questa organizzazione”. E’ quanto dichiara il collaboratore di giustizia, Francesco Campanella, originario di Villabate, in provincia di Palermo, e riportato nella relazione. Campanella “sin da giovane si era dedicato alla politica, alla massoneria – si legge nella relazione -, aderendo alla loggia palermitana del GOI “Triquetra”, ma anche alla mafia, ponendosi al servizio del noto capomafia Nicola Mandala il quale, per un certo periodo, curò la latitanza di Bernardo Provenzano. La contemporanea adesione, quasi contestuale temporalmente (fine anni ’90), alle due diverse associazioni, non era osteggiata nè dall’una nè dell’altra parte. Mandala, infatti – si legge nella relazione dell’Antimafia -, aveva ritenuto che potesse essere “una cosa interessante e che … sarebbe potuta tornare utile in qualche maniera”. Utilità, in effetti, giunte all’occorrenza. Attraverso i fratelli a lui più vicini, infatti, aveva acquisto informazioni utili dai Monopoli di Stato per la gestione delle sale Bingo (facente capo all’associazione mafiosa) nel momento più delicato in cui era intervenuto l’arresto di Mandala, e si temeva che tali esercizi potessero essere sequestrati”. Le sue dichiarazioni confermano – conclude l’Antimafia -, innanzitutto che l’appartenenza alla massoneria crea un vincolo esclusivo e permanente, che, come avviene in Cosa nostra, si dissolve solo con la morte”.

Opportuno modernizzare legge Spadolini-Anselmi

E’ opportuno “modernizzare la legge Spadolini-Anselmi” ed è necessaria una previsione di legge che chiarisca che le associazioni segrete,”anche quando perseguono fini leciti, sono  vietate in quanto tali perchè pericolose per la realizzazione dei principi di democrazia”, scrive ancora la commissione Antimafia “Una norma del genere attuerebbe, finalmente, la volontà dei costituenti finora rimasta ignorata anche dalla legge Spadolini Anselmi”. Una norma che vieti la segretezza di tutte le formazioni sociali, massoniche e non, che celino la loro essenza – ragiona la presidente Rosy Bindi nella relazione sulla massoneria, presentata oggi alla stampa – non potrebbe ritenersi discriminatoria e nemmeno persecutoria nei confronti della massoneria, come più volte paventato dalla stessa”. L’Antimafia suggerisce di estendere ad alcune categorie – magistrati, militari di carriera in servizio attivo, funzionari ed agenti di polizia, rappresentanti consolari all’estero – oltre all’iscrizione ai partiti politici, già previsto, anche “il divieto ad aderire ad associazioni che richiedano, per l’adesione, la prestazione di un giuramento che contrasti con i doveri d’ufficio o impongano vincoli di subordinazione”, cosa che si oppone alla fedeltà assoluta alle istituzioni repubblicane. Infine la Relazione dell’Antimafia evidenzia come la legge Spadolini-Anselmi “non ha offerto uno strumento adeguato” nemmeno per perseguire quanto prevede all’articolo 2, dove si dice che “Chiunque promuove o dirige un’associazione segreta o svolge attivita’ di proselitismo a favore della stessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni. La condanna importa la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Chiunque partecipa ad un’associazione segreta e’ punito con la reclusione fino a due anni. La condanna importa l’interdizione per un anno dai pubblici uffici”.

Nuti: relazione shock

“Il lavoro di indagine che abbiamo svolto in commissione Antimafia e che ha portato alla relazione su “Mafia e massoneria” ha fatto emergere qualcosa di impressionante: non solo si può, ma si deve parlare di mafia e massoneria di Stato, contro cui bisogna agire immediatamente”. E’ questa la conclusione di Riccardo Nuti, deputato M5s e membro della stessa commissione. “Dal dossier – continua Nuti – emerge che dal 1990 a fine 2016 tra gli affiliati alle logge massoniche di Sicilia e Calabria ci sono stati ben 193 soggetti con precedenti penali per fatti di mafia. Ma il vero dramma è che negli elenchi ci sono persone iscritte che sono dentro i tribunali, dentro le forze dell’ordine, dentro il comparto militare. E parliamo solo di Sicilia e Calabria, figuriamoci nel resto d’Italia». C’è un particolare poi che non deve assolutamente sfuggire e che è indicatore inquietante della questione: dei 193 iscritti, la gran parte sono persone con alle spalle sentenze archiviate o assoluzioni. Di due l’una: o le varie procure hanno preso un mega abbaglio con questi soggetti, oppure, cosa ben più grave, la massoneria  riuscita ad indirizzare le sentenze di alcuni giudici”. “Ora tutti cercheranno di nascondere queste conclusioni sotto il tappeto – sottolinea ancora Nuti – troppo scomode a fine legislatura e con la campagna elettorale alle porte. In un Paese normale ci dovremmo fermare tutti e dire: ora, ci occupiamo solo di questo, con norme chiare che obbligano queste associazioni ad avere elenchi pubblici, consegnati in prefettura; bisogna poter controllare chi c’è lì dentro: questa gente non può aver nulla a che fare con l’amministrazione pubblica”. Nuti conclude: “Lancio un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: intervenga lui, esattamente come fece a suo tempo Sandro Pertini che sciolse Limbadi senza ancora una legge per lo scioglimento per mafia dei comuni. Intervenga con coraggio, in qualità di garante dello Stato e della Costituzione, per cacciare immediatamente gli iscritti alla massoneria dagli uffici pubblici”.

Fonte RaiNews: Mafia e massoneria: un legame mai spezzato

Tag:'ndrangheta, Anselmi, Antimafia, Bindi, Bisi, Gelli, mafia, massoneria, politica, Spadolini

  • Share:
fab

Previous post

Bologna, strage 2 agosto. Rinviato a giudizio Cavallini
23 Dicembre 2017

Next post

Stragi italiane, i famigliari delle vittime: "Basta omissioni sui documenti"
16 Gennaio 2018

You may also like

  • egidiogiuliani
    Gilberto Cavallini, Egidio Giuliani e gli “altarini” dei Nar
    11 maggio, 2023
  • libera-perugia-3-marzo-2023
    Mafie nel territorio bolognese: le videoinchieste di Libera Bologna
    2 maggio, 2023
  • Morando_Bologna_cover
    Gli ignobili beneficiari delle menzogne sulla strage di Bologna
    5 marzo, 2023

Cerca

Categorie

  • Appelli (5)
  • Commemorazione (14)
  • Comunicati Stampa (13)
  • Cronologie (22)
    • Musica e memoria (17)
  • Libri, video, documenti (21)
  • News (74)
  • Progetti (23)
  • Senza categoria (1)
  • Storia e memoria (50)
    • Stragi (16)
    • Vittime (44)

Archivi

  • maggio 2023 (2)
  • marzo 2023 (1)
  • febbraio 2023 (1)
  • gennaio 2023 (11)
  • dicembre 2022 (3)
  • settembre 2022 (2)
  • aprile 2022 (3)
  • marzo 2022 (2)
  • dicembre 2021 (1)
  • agosto 2021 (1)
  • giugno 2021 (1)
  • maggio 2021 (3)
  • aprile 2021 (2)
  • marzo 2021 (1)
  • febbraio 2021 (2)
  • dicembre 2020 (1)
  • ottobre 2020 (1)
  • settembre 2020 (1)
  • agosto 2020 (1)
  • luglio 2020 (5)
  • giugno 2020 (1)
  • marzo 2020 (2)
  • gennaio 2020 (2)
  • maggio 2019 (1)
  • marzo 2019 (1)
  • gennaio 2019 (1)
  • dicembre 2018 (1)
  • luglio 2018 (1)
  • aprile 2018 (1)
  • gennaio 2018 (1)
  • dicembre 2017 (1)
  • ottobre 2017 (1)
  • luglio 2017 (4)
  • giugno 2017 (1)
  • maggio 2017 (1)
  • marzo 2017 (4)
  • febbraio 2017 (1)
  • gennaio 2017 (1)
  • agosto 2016 (1)
  • luglio 2016 (1)
  • aprile 2016 (3)
  • marzo 2016 (1)
  • gennaio 2016 (1)
  • dicembre 2015 (3)
  • novembre 2015 (5)
  • settembre 2015 (1)
  • luglio 2015 (1)
  • giugno 2015 (1)
  • febbraio 2015 (1)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (1)
  • settembre 2014 (2)
  • luglio 2014 (1)
  • maggio 2014 (3)
  • aprile 2014 (1)
  • settembre 2013 (1)
  • luglio 2013 (1)
  • gennaio 2013 (1)
  • ottobre 2012 (1)
  • settembre 2012 (1)
  • agosto 2012 (1)
  • luglio 2012 (1)
  • gennaio 2012 (1)
  • marzo 2008 (1)
  • marzo 2002 (1)
  • luglio 2001 (1)
  • marzo 1994 (1)
  • gennaio 1993 (1)
  • maggio 1992 (1)
  • gennaio 1991 (1)
  • ottobre 1990 (1)
  • settembre 1990 (1)
  • agosto 1989 (1)
  • settembre 1988 (1)
  • settembre 1985 (1)
  • dicembre 1984 (1)
  • novembre 1984 (1)
  • marzo 1984 (1)
  • gennaio 1984 (1)
  • novembre 1983 (1)
  • giugno 1983 (1)
  • novembre 1982 (1)
  • settembre 1982 (1)
  • aprile 1982 (1)
  • novembre 1981 (1)
  • maggio 1981 (1)
  • novembre 1980 (1)
  • agosto 1980 (1)
  • giugno 1980 (2)
  • maggio 1980 (1)
  • marzo 1980 (1)
  • gennaio 1980 (1)
  • novembre 1979 (1)
  • luglio 1979 (1)
  • gennaio 1979 (2)
  • novembre 1978 (1)
  • maggio 1978 (1)
  • marzo 1978 (1)
  • novembre 1977 (1)
  • maggio 1977 (1)
  • marzo 1977 (1)
  • novembre 1976 (1)
  • luglio 1976 (1)
  • giugno 1976 (1)
  • novembre 1975 (2)
  • novembre 1974 (1)
  • agosto 1974 (1)
  • giugno 1974 (1)
  • maggio 1974 (1)
  • novembre 1973 (1)
  • maggio 1973 (1)
  • novembre 1972 (1)
  • agosto 1972 (1)
  • maggio 1972 (1)
  • novembre 1971 (1)
  • novembre 1970 (1)
  • settembre 1970 (1)
  • luglio 1970 (1)
  • dicembre 1969 (2)
  • novembre 1969 (1)
  • giugno 1967 (1)
  • maggio 1947 (1)
  • ottobre 1944 (1)
  • settembre 1944 (1)
  • settembre 1916 (1)
logo

info@piantiamolamemoria.org

Sostienici

Associazione Piantiamolamemoria
Sede legale: Via di Corticella 145 – 40128 Bologna (ex Caserme Rosse – Quartiere Navile)
Codice Fiscale 91360010374
Iban: IT15A0538702405000035027918 (BPER)

Eventi della Memoria

  • Eventi della Memoria

Creazione Sito - Be Internet | © All right reserved Piantiamolamemoria