Lo scandalo P2
La P2 raccontata da Benedetta Tobagi [Wikiradio, Rai Radio3, 17/03/2021]
Castiglion Fibocchi (Arezzo), 17 marzo 1981: su mandato dei giudici istruttori milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone – che stanno indagando sul bancarottiere Michele Sindona – la Guardia di Finanza perquisisce gli uffici dell’azienda “Giole” (gruppo Lebole) di Licio Gelli. “Gran Maestro” di una loggia massonica affiliata al Grande Oriente d’Italia, Gelli sarà condannato per aver depistato le indagini sulla strage del 2 agosto 1980 e per altri reati; è morto il 15 dicembre 2015 a 96 anni, libero e impunito.
Oltre a vari documenti compromettenti, viene trovata una lista di 962 uomini iscritti alla Loggia massonica segreta “Propaganda 2”. Tra questi spiccano alcuni nomi. Tre i ministri in carica: il socialista Enrico Manca (commercio estero), i democristiani Franco Foschi (lavoro) e Adolfo Sarti (giustizia). E il segretario nazionale del Psdi Pietro Longo.
44 i parlamentari: 19 della Dc, 9 del Psi, 6 del Psdi, 3 del Pri, 4 del Msi, 3 del Pli. L’unico partito non coinvolto è il Pci. Non mancano alti funzionari dello Stato come il democristiano Francesco Cosentino (Segretario generale di Montecitorio dal 1964 al 1976). Ci sono tutti i vertici dei servizi segreti (Federico Umberto D’Amato, Giulio Grassini, Giuseppe Santovito, Gianadelio Maletti), alti magistrati (Carmelo Spagnuolo).
Impressionante il numero di ufficiali delle forze armate: 12 generali dei Carabinieri (Giovanni Allavena, Franco Picchiotti), 5 della Guardia di Finanza (Raffaele Giudice), 22 dell’Esercito (Osvaldo Rastelli), 4 dell’Aeronautica (Luigi Pirozzi), 8 ammiragli (Giovanni Torrisi).
E poi prefetti, questori, poliziotti (Giuseppe Impallomeni, capo della squadra mobile di Palermo), banchieri (Roberto Calvi, Giovanni Cresti, Michele Sindona), imprenditori (Silvio Berlusconi, Enrico Nicoletti, Umberto Ortolani, Angelo Rizzoli), dirigenti di aziende pubbliche (Giancarlo Elia Valori), giornalisti (Maurizio Costanzo, il direttore del Corriere della Sera Franco Di Bella, Carmine Pecorelli, Gustavo Selva, Mario Tedeschi) e dirigenti della Rai (Giampaolo Cresci, Giuseppe Pieri), professori universitari (Franco Ferracuti, Aldo Semerari). Ci sono inoltre alcuni sanguinari protagonisti delle dittature militari sudamericane, come gli argentini José López Rega e Emilio Eduardo Massera.
La lista dei 962 “fratelli” sarà resa pubblica dal presidente del consiglio Arnaldo Forlani solo il 21 maggio 1981. Lo scandalo provoca la caduta del governo: il 26 maggio Forlani si dimette. Il 28 giugno nasce, per volontà del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il primo governo guidato da un non democristiano: Giovanni Spadolini (Pri). Il 24 luglio il governo propone al Parlamento una legge che impone lo scioglimento della loggia P2, in quanto la sua segretezza viola l’articolo 18 della Costituzione. Il 23 settembre viene approvata la legge n.527 che istituisce la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, presieduta dall’onorevole Tina Anselmi (Dc).
18 giugno 1982, Londra: il corpo del “banchiere di Dio” Roberto Calvi viene ritrovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri. Calvi aveva sostituito Michele Sindona nel ruolo di banchiere di fiducia della P2 e dello Ior, la banca vaticana ai tempi governata dall’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus.
La Commissione Anselmi appurerà, tra l’altro, l’autenticità (e l’incompletezza) delle liste sequestrate a Castiglion Fibocchi. Concluderà i suoi lavori l’11 luglio 1983.Il 12 luglio 1984 l’on. Anselmi consegnerà ai Presidenti di Camera e Senato la relazione finale approvata dalla Commissione. Il giorno successivo Pietro Longo (che nonostante lo scandalo P2, non solo era ancora segretario del Psdi, ma era stato nominato ministro del bilancio nel primo governo Craxi) rassegna le dimissioni. La risoluzione firmata dai deputati Anselmi, Rognoni, Napolitano, Formica, Rizzo e Battaglia – a nome di Dc, Pci, Psi, Pri e Sinistra Indipendente – sarà approvata a larghissima maggioranza, in un’aula di Montecitorio semideserta, il 6 marzo 1986.
La relazione evidenziava le caratteristiche illegali ed eversive della Loggia segreta; esprimeva la «ragionata convinzione, condivisa peraltro da organi giudiziari, che la Loggia P2 attraverso il suo capo o suoi esponenti (…) si collega più volte con gruppi o organizzazioni eversive incitandoli e favorendoli nei loro propositi criminosi»; stabiliva che la P2 aveva attuato «una ragionata e massiccia infiltrazione dei centri decisionali di maggior rilievo sia civili che militari e una costante pressione sulle forze politiche», e che aveva perseguito un piano politico finalizzato a colpire «con indiscriminata e perversa efficacia, non parti del sistema, ma il sistema stesso nella sua più intima ragione di esistere: la sovranità dei cittadini, ultima e definitiva sede del potere che governa la Repubblica».
Il Piano di rinascita democratica (principale documento politico della P2)
Bibliografia:
– Giuseppe Amari e Anna Vinci – Loggia P2. Il Piano e le sue regole, Castelvecchi 2014
– Piera Amendola – Padri e padrini delle logge invisibili, Castelvecchi 2022
– Antonella Beccaria, Fabio Repici, Mario Vaudano – I soldi della P2, Paperfirst 2021
– Sandra Bonsanti (con Stefania Limiti) – Colpevoli. Gelli, Andreotti e la P2 visti da vicino, Chiarelettere 2021
– Raffaele Fiengo – Il cuore del potere, Chiarelettere 2016
– Sergio Flamigni – Trame atlantiche, Kaos 1996
– Sergio Flamigni (a cura di) – Dossier P2 [testo relazione Anselmi Commissione P2], Kaos 2008
– Giorgio Galli (a cura di) – Dossier Licio Gelli [profilo biografico tratto da atti Commissione P2], Kaos 2008
– Mario Guarino e Fedora Raugei – Licio Gelli. Vita, misteri, scandali del capo della Loggia P2, Dedalo 2016
– Giuliano Turone – Italia occulta. Dal delitto Moro alla strage di Bologna, Chiarelettere 2019
– Anna Vinci (a cura di) – La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, Chiarelettere 2011
Bibliografia generale su terrorismo e “notte della Repubblica”
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