Crimini a Nord-Est: l’inchiesta sulle rotte della nuova malavita
Articolo di Paolo Medeossi pubblicato su Il Mattino di Padova – 11 giugno 2020
La mafia si muove sotto traccia. Le sue orme sono invisibili all’apparenza e devastanti nella sostanza, ma c’è un metodo per individuarle. Come dicevano i giudici Falcone e Borsellino, la mafia va cercata “seguendo i soldi” e dunque, parlando di Nord-Est, “i schei”. È lì che si annida e allora bisogna saper vedere dove sembra non succedere nulla, dove il contesto protegge e nasconde, dove la criminalità organizzata si sente sicura e mette micidiali radici.
“Capire il livello di comando mafioso nel Nord-Est diventa possibile calcolando che il Veneto è la seconda regione italiana dopo la Sicilia per la presenza riscontrata di boss mafiosi latitanti e di loro familiari, scappati dopo la stagione delle stragi. Ed è anche la regione dove sono presenti 150 mafiosi di livello, che si sono fermati qui una volta scontato il confino, oppure i figli o i parenti di primo grado”.
Parole queste poste a premessa d’uno scenario che, allargandosi a Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, propone un intreccio trasversale di nomi, indagini, sensazioni di omertà diffuse attorno a insediamenti criminali consolidati: questa non è una fiction a tinte sensazionalistiche, ma rappresenta l’esito di un’inchiesta fatta sul campo da cronisti che vivono tali realtà nei loro territori, dando continuità a un impegno professionale ed etico cominciato già da anni.
È nelle librerie “Crimini a Nord-Est”, edito da Laterza, di cui sono autori Luana de Francisco, goriziana, giornalista del “Messaggero Veneto” e vice coordinatore dell’Osservatorio antimafia del Friuli Venezia Giulia, e Ugo Dinello, veneziano, giornalista dei quotidiani del gruppo Gedi, già premiato per le sue inchieste su Unabomber e tra i promotori della protesta contro le leggi bavaglio alla stampa. Assieme a Giampiero Rossi, avevano scritto nel 2015 un reportage in cui spazzare silenzi e rimozioni, spiegando invece come la Piovra, tra corruzione, riciclaggio, disastri ambientali, ha messo piede nel profondo Nord.
Ora de Francisco e Dinello, nella loro rigorosa inchiesta, danno la parola agli investigatori e agli studiosi di tali fenomeni per svelare in modo logico le mappe e le nuove rotte del crimine organizzato, ricostruendo con coraggio e fiuto giornalistico connivenze e complicità e proponendo infine alcune conclusioni affinché il Nord-Est esca dal torpore e faccia la sua parte nella lotta per la legalità.
Con questo libro, il racconto è diretto, efficace e aggiornato nell’indicare dati allarmanti perché, dicono gli autori, “dopo la crisi economica del 2008 e soprattutto dopo la stasi di ordini dovuta al coronavirus, i cui effetti sul mondo produttivo si sconteranno a lungo, per alcune organizzazioni criminali, prima di tutte la ’ndrangheta, arrivare a controllare nuove imprese in crisi di liquidità è ancora più facile”. Ci sono caratteristiche geopolitiche ed economiche in grado di accomunare queste regioni del Nord, mettendole al centro dei tre grandi traffici (droga, armi, esseri umani) che alimentano il crimine internazionale, il quale a sua volta sviluppa quello locale.
Il libro propone scenari inediti e in movimento, ma anche notizie storiche, con fari riaccesi sulla famosa mafia del Brenta o su Gaetano Fidanzati, l’uomo inviato dalla cupola e diventato il boss dei boss nel Settentrione, l’ideatore del business mafioso fuori della Sicilia per sfuggire alla morsa delle indagini e “nuotare così tra i soldi come pesci nell’acqua”.
Un business cresciuto nel tessuto corruttivo attorno alle grandi opere pubbliche, com’è accaduto con lo scandalo Mose, tra allarmi costanti, estesi anche al Friuli per le maggiori imprese infrastrutturali in atto. Ma oltre alle mafie italiane si sono sedimentati nuovi tipi di criminalità su base etnica, narrati nei capitoli su droga, prostituzione, immigrazione, caporalato. Dal quadro generale emergono i drammi personali di chi incappa in questo mondo nero e paga con la vita, com’è avvenuto a una splendida studentessa con gli occhi azzurri, trovata morta dopo una dose micidiale nel bagno della stazione di Udine.
Di fronte a tutto questo, al termine di pagine sorprendenti, de Francisco e Dinello lanciano un appello: “Il primo passo è quello di aprire gli occhi, perché sono necessari nuovi coni di luce. Ogni informazione fatta circolare contribuisce a scoprire nuove porzioni di affari proibiti, di criminali, di amministratori pubblici e professionisti corrotti. Coni di luce che ognuno di noi può accendere…”. C’è un grave pericolo che ci lambisce. L’ombra ci avvolge, anche se non lo sappiamo o non vogliamo saperlo. Leggere questo libro può rappresentare una prima, documentata, presa di coscienza.
Luana de Francisco – Ugo Dinello
Crimini a Nord-Est
Editori Laterza
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L’ABSTRACT
Droga, armi, esseri umani. E soldi, tanti soldi. Basta uno sguardo alla carta geografica per capire come il Nord-Est d’Italia sia al centro dei tre grandi traffici che alimentano il crimine internazionale che a sua volta foraggia il crimine locale. In questa macroregione la rotta balcanica della droga si congiunge a quella dal Meridione. Sempre qui convergono da Est i carichi di armi serbi e croati via terra e via mare e la tratta di esseri umani gestita da turchi, serbi, cinesi, albanesi e rumeni attraverso il confine orientale, pianeggiante o fatto di dolci colline, comunque del tutto teorico dopo il trattato di Schengen.
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