Vittime del terrorismo in Alto Adige 1965-1967
Negli anni Sessanta, in piena guerra fredda, una serie di attentati sconvolge l’Alto Adige. L’irredentismo sudtirolese e la volontà della Nato di mantenere il confine del Brennero in funzione antisovietica, vengono strumentalizzati dai servizi segreti, sperimentando quelle tecniche di guerra non ortodossa che raggiungeranno il culmine, a partire dal 1969, nella cosiddetta “strategia della tensione”. Gli attentati sono compiuti da membri del BAS (acronimo di Befreiungsausschuss Südtirol), formazione secessionista altoatesina.
Questi i principali attentati di quella che il giornalista d’inchiesta bolognese Gianni Flamini, tra i massimi esperti di terrorismo, definirà “Brennero connection“:
- 26 agosto 1965, Sesto Pusteria (BZ): uccisi i carabinieri PALMERIO ARIU’ e LUIGI DE GENNARO.
- 23 maggio 1966, Passo di Vizze, confine Italia-Austria: una mina uccide il finanziere BRUNO BOLOGNESI.
- 24 luglio 1966, San Martino in Valle di Casies (BZ): uccisi i finanzieri SALVATORE CABITTA e GIUSEPPE D’IGNOTI.
- 9 settembre 1966, Bolzano: strage a Malga Sasso. Viene fatta esplodere una caserma della Guardia di Finanza, uccidendo i finanzieri MARTINO COSSU, HERBERT VOLGGER e FRANCO PETRUCCI.
- 25 giugno 1967, Comelico (BL): strage di Cima Vallona. L’esplosione di un traliccio e di alcune mine uccide 4 persone: l’alpino ARMANDO PIVA e i militari FRANCESCO GENTILE, MARIO DI LECCE, OLIVO DORDI.
Bibliografia:
Gianni Flamini – Brennero connection, Editori Riuniti 2003
Mauro Marcantoni, Giorgio Postal – Sudtirol. Storia di una guerra rimossa (1956-1967), Donzelli 2014
DNA Trentino – Autonomia trentina: gli antefatti
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