Strage di Bologna, l’arringa dell’avvocato dello Stato: «Bellini paghi due miliardi insieme ai Nar»
[Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio – 2 marzo 2022]
Richieste milionarie dalle parti civili. Il legale dei familiari delle vittime: «Non ci siamo mai fermati nella ricerca della verità»
Anche Paolo Bellini dovrebbe contribuire in solido con gli ex Nar Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini al pagamento dei «2.134.273.007,02 euro, stabiliti con sentenza passata in giudicato dal Tribunale civile di Bologna, nel 2014, come risarcimento per la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti», che si sono costituiti parte civile nel nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980.
È quanto ha concluso il legale Andrea Cecchieri, dell’Avvocatura dello Stato, nella memoria presentata ieri dal collegio di parte civile nel processo per concorso nella strage a carico della Primula Nera reggiana ed ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, accusato di essere il quinto uomo dell’attentato.
Nella memoria, Cecchieri chiede che «venga concessa a favore delle amministrazioni dello Stato costituite parti civili una provvisionale esecutiva a carico di Bellini pari a 59.972.861,31 euro». Per quanto riguarda gli altri due imputati, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, la richiesta è di condannare «alla pena di giustizia e al risarcimento di tutti i danni morali e patrimoniali arrecati alle amministrazioni dello Stato costituite parti civili con liquidazione in separata sede».
Richieste milionarie anche dal collegio di parte civile dei familiari delle vittime della strage, dove morirono anche due reggiani: Eleonora Geraci, all’epoca 46enne, e il figlio Vittorio Vaccaro, all’epoca appena 23enne e da poco sposato con l’allora 21enne Adele Incerti, con la quale viveva a Casalgrande insieme alla loro figlioletta Linda, di soli quattro anni. Madre e figlio, residenti ad Arceto di Scandiano e Dinazzano di Casalgrande, si trovavano a Bologna per caricare una parente arrivata dalla Sicilia. Vaccaro aveva portato la madre in auto e i due erano in attesa del convoglio, a pochissimi metri dall’epicentro. L’esplosione li uccise sul colpo.
I loro nomi sono stati ricordati ieri durante l’arringa dell’avvocato di parte civile, Andrea Speranzoni, insieme a quello delle altre vittime uccise nell’attentato.
Le richieste, per ogni singola parte rappresentata dal legale, non sono state lette in udienza, ma sono state consegnate alla Corte d’Assise, presieduta da Francesco Maria Caruso, dallo stesso Speranzoni, che assiste 55 famigliari delle vittime, la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna.
Per quanto riguarda i due enti pubblici, comunque, Speranzoni chiede che Bellini sia condannato a risarcire ad entrambi la somma di due milioni di euro, dunque quattro milioni di euro, mentre per Segatel e Catracchia la richiesta di risarcimento è di 400mila euro a testa, 200mila al Comune e altrettanti alla Regione.
«Non ci siamo mai fermati nella ricerca della verità e anche dopo questo processo non ci fermeremo, ma non parlerò del dopo, perché se dovessero spuntare altri attentatori non vorrei pensare che qualcuno in Corte d’Appello voglia aspettare un altro potenziale processo per poi unire tutti questi procedimenti», ha detto Speranzoni durante l’arringa, non risparmiando nuove critiche alla Corte d’Appello di Bologna, che ha deciso di rinviare di oltre un anno il processo di secondo grado all’ex Nar Gilberto Cavallini, inizialmente fissato per gennaio 2022.
Un rinvio che secondo le parti civili è stato disposto con l’idea di unire il processo a Cavallini con l’eventuale appello del procedimento a carico di Bellini. Speranzoni ha cominciato il suo intervento ricordando le storie e citando alcuni dei nomi delle vittime della strage e dei loro familiari, sottolineando poi che «siamo di fronte al crimine più odioso che si può affrontare in una aula penale, che posso solo paragonare alla figura del genitore abusante rispetto al figlio minore». Un’immagine simbolica quella evocata dal legale, dove il genitore responsabile di abusi rappresenta le articolazioni deviate dello Stato e il figlio minore invece sono le vittime della strage. Quella del 2 agosto 1980 per Speranzoni è «una strage indiscriminata perché colpisce nel mucchio le individualità, ma nel contempo è anche una strage selettiva. Selettiva perché colpisce Bologna, città antifascista, città della Resistenza, che si trova a pochi chilometri da Marzabotto». Non a caso – ha ricordato – il sindaco di allora, Renato Zangheri, disse in Piazza Maggiore, dopo l’attentato, che a colpire erano stati «gli eredi dei massacratori di Marzabotto».
Terminata l’arringa di Speranzoni ha preso la parola l’avvocato Armando D’Apote, che rappresenta le Ferrovie dello Stato, oggi Rfi. Anche D’Apote ha consegnato alla Corte la propria richiesta di risarcimento che ammonta in totale a quasi 13 milioni di euro. Le arringhe dei legali di parte civile proseguiranno nell’udienza di domani.
Di seguito la registrazione dell’udienza del 2 marzo 2022 tratta dal sito Radio Radicale, in cui sono disponibili gli audio di tutte le udienze del processo.
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