Rapido 904
Grande Galleria dell’Appennino, 23 dicembre 1984: alle 19.08 una bomba ad alto potenziale collocata su una griglia portabagagli della nona carrozza di 2^ classe del treno rapido 904, proveniente da Napoli, esplode all’interno della stessa galleria in cui dieci anni prima c’era stata la strage dell’Italicus. Lo scoppio è provocato da una carica di esplosivo radiocomandata. Alla fine si conteranno 16 vittime e 267 feriti.
Ad oggi per questa strage sono stati condannati all’ergastolo, come mandanti, il boss di Cosa nostra Giuseppe Calò e il suo sodale romano Guido Cercola (suicidatosi in carcere il 5 gennaio 2005); condannati per strage Franco Di Agostino e Friedrich Schaudinn. Condannati per detenzione illecita di esplosivo e reati minori il camorrista Giuseppe Misso, alcuni suoi complici e l’allora parlamentare del MSI Massimo Abbatangelo. Il 13 maggio 2014 è stato rinviato a giudizio Totò Riina (deceduto il 17 novembre 2017, a processo in corso), in quanto “mandante, determinatore e istigatore della strage da lui programmata e decisa con l’impiego di materiale esplosivo appartenente all’organizzazione ed utilizzato poi, in parte, anche nelle successive stragi degli anni ’90”. Il processo è in corso; il 14 aprile 2015 Riina è stato assolto in primo grado.
La ricostruzione dello storico Alexander Höbel
Storia, memorie, approfondimenti
Libro consigliato: A. Hobel, G. Iannicelli – La strage del treno 904, Ipermedium 2006
Documentario “Rapido 904. Una strage al buio“ di Alessandro Chiappetta (2016)
Documentario “Rapido 904, la strage di Natale“ di Martino Lombezzi (2015)
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