Italicus
Grande Galleria dell’Appennino, 4 agosto 1974: all’1,25 un potente ordigno collocato sull’espresso Roma-Brennero, l’Italicus, esplode nel secondo scompartimento della quinta carrozza mentre attraversa la galleria; il treno, uscendo per inerzia dalla galleria, si ferma nei pressi della piccola stazione di S. Benedetto Val di Sambro. Lo scoppio dell’ordigno provoca la morte di 12 persone e 44 feriti. Nessuno dei responsabili è stato condannato. La strage fu rivendicata dalla sigla “Ordine Nero”. Principali imputati (condannati all’ergastolo in secondo grado, sentenza poi annullata dalla Corte di Cassazione presieduta da Corrado Carnevale) furono i neofascisti toscani Mario Tuti e Luciano Franci.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 stabilì che «la loggia P2 è gravemente coinvolta nella strage dell’Italicus e può considerarsene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale».
Storia, memorie, approfondimenti
Bibliografia:
– Paolo Bolognesi, Roberto Scardova (a cura di) – Italicus. 1974 L’anno delle quattro stragi, EIR 2014 / Castelvecchi 2017
– Luca Innocenti – Italicus, la bomba di nessuno, Fuori/onda 2013
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