A chi importa la verità sull’omicidio Pasolini?
Bologna, 23 marzo 2017
È trascorso un anno dalla costituzione del Comitato bolognese per la verità sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini: il 24 marzo 2016 chiedemmo pubblicamente al Parlamento di approvare il disegno di legge Doc. XXII n. 57, proposto dagli onorevoli Paolo Bolognesi e Serena Pellegrino, che ha come oggetto l’istituzione di una Commissione monocamerale d’inchiesta sull’omicidio, depositata alla Camera il 5 novembre 2015. La nostra richiesta fu immediatamente condivisa dal sindaco di Bologna Virginio Merola e da numerosi cittadini. Nei mesi successivi anche l’Arci di Bologna decise di aderire al Comitato, che in questi mesi si è impegnato a promuovere incontri pubblici in cui abbiamo cercato di spiegare le ragioni di una richiesta e di un’urgenza.
Purtroppo il Parlamento ha perso tempo; perdendo con esso anche l’ennesima occasione per rendersi “onorevole” agli occhi di una cittadinanza sempre più distante dal Palazzo. Siamo ormai giunti alla fase finale della legislatura in corso. A questo punto chi, come noi, non è disposto a rassegnarsi ad una verità giudiziaria oggettivamente monca, sia sul piano ricostruttivo che fattuale, non ha altra scelta che richiamare pubblicamente alla responsabilità tutte le forze politiche: quelle presenti in Parlamento e quelle che si presenteranno alle prossime elezioni politiche. Il tempo è scaduto. Chi davvero ha a cuore la ricostruzione della verità e delle responsabilità sul massacro di Pier Paolo Pasolini non deve più parlare: deve agire, assumendosi le relative responsabilità.
Siamo consapevoli che, in questa fase storica, le preoccupazioni delle italiane e degli italiani sono principalmente economiche e sociali. Siamo altrettanto consapevoli, però, di quanto la lunga – infinita? – stagione del terrorismo e della violenza politica abbia condizionato profondamente l’evoluzione/involuzione dell’Italia. Nessuno di noi si illuda: non potranno mai esserci pace sociale né benessere diffuso, a Bologna come nel resto del Bel Paese, fintanto che non saranno sciolti i nodi irrisolti della biografia repubblicana, consegnando finalmente alla cittadinanza quello che lo Stato deve a se stesso, e non solo ai familiari delle vittime: verità e giustizia. Due diritti che – come per le stragi naziste e fasciste del ’44 – ci ostiniamo a preferire siano tardivamente riconosciuti, anziché negati per sempre.
Domani, come ogni 24 marzo, ricorreranno tre significativi anniversari per la storia del Novecento: nel ’44 l’eccidio delle Fosse Ardeatine; nel ’76 il golpe militare in Argentina (come tutte le dittature sudamericane sostenuto e finanziato, tra gli altri, dalla P2); infine, nel 1980, il barbaro omicidio del vescovo Oscar Romero, assassinato durante la messa dai sicari della Alianza Republicana Nacionalista di San Salvador. La verità sul caso dell’omicidio Pasolini e su tutte le altre numerose ferite della “notte della Repubblica” è un diritto di tutte e di tutti. Come il voto, il lavoro, la salute, l’istruzione, l’informazione libera… E, non per ultima, la giustizia.
Ribadiamo pertanto il nostro appello alla cittadinanza: fate vostra questa richiesta di verità. Non solo per onorare la memoria di un grande, scomodissimo, intellettuale italiano. Ma, soprattutto, per voi stessi e per chi vivrà in Italia dopo di voi.
Comitato bolognese per la verità sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini
#VeritàperPasolini
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